giovedì 29 agosto 2013

In risposta a Sandro Bertagna: essere avversi al governo non vuol dire essere avversi al PD
di Franco Bertini



Sandro Bertagna mi rivolge alcune critiche e alcune domande nel suo articolo a commento dei miei e con toni piuttosto accesi. Mi scuso prima di tutto per il ritardo della mia risposta, ma riapro solo ora il Blog dopo un mese di agosto di lavoro per scadenze editoriali.
Vado dunque alle questioni in campo.
Non ho il piacere di conoscere Sandro Bertagna ma ne conosco la storia e l’esperienza politica, per cui mi affretto subito a fugare un sospetto che evidentemente le mie idee hanno provocato.
Io la penso esattamente come Bertagna quando egli afferma che il suo atteggiamento nei confronti degli insulti e delle provocazioni “cambia però quando vengono da forze o persone dotate di spessore culturale e di orientamento progressista”. In quel caso, egli afferma, è doveroso rispondere. Ora, il dubbio che intendo fugare riguarda la mia acredine nei confronti del PD e gli insulti che avrei prodotto in tal senso. Se sono stato insultante me ne scuso, perché non era mia intenzione di esserlo. Provocatorio invece volevo esserlo davvero, perché sono molto preoccupato di quello che sta succedendo e sono convinto che una eventuale crisi o deriva del PD, cioè della maggiore forza della Sinistra italiana, debba preoccupare tutto il mondo progressista. Lo dirò con estrema chiarezza: questo governo mi preoccupa perché corre il rischio di essere il patto con il diavolo, come le recenti vicissitudini sembrano dimostrare, e temo che tale patto possa portare il PD ad una crisi esiziale. Capisco che forse (come molti sostengono) non ci fossero alternative, ma è anche vero che allearsi con Berlusconi vuol dire accettare come interlocutore il proprietario di un partito ad personam che dimostra giorno dopo giorno una sorprendete spregiudicatezza. Ed  è molto difficile per me capire chi, anche all’interno del PD, tenta di scindere gli interessi di Berlusconi da quelli del suo partito, perché essi tragicamente coincidono. Per questo io ritengo che con questi alleati non si debba mettere mano alla Costituzione. Qui non è neppure più questione di presidenzialismo sì o no.  Lo so anch’io che il PD non ha una linea unitaria su tale tema, anche se non si può negare che ci si stia muovendo in questa direzione. E se è vero, come sostiene Bertagna, che le riforme costituzionali le fa il Parlamento, è altresì vero che il governo, che in parlamento ha evidentemente la maggioranza,  ha dichiarato che tali riforme sono parte integrante del suo programma. Ebbene, secondo me non è questo né il tempo né il modo di modificare la nostra Costituzione (che, per inciso, è bellissima).
Bertagna parla della crisi fra cittadini e istituzioni e più in generale nei confronti della politica, dicendo parole assolutamente condivisibili. Temo anch’io quella crisi, che è già gravemente in atto, e temo soprattutto che il popolo della Sinistra (quindi soprattutto il popolo del PD) possa allontanarsi ancora di più, vista la obiettiva difficoltà che ha nell’accettare l’alleanza con il PDL.
Quello che ho cercato di dire è che io non credo alla necessità assoluta di questo governo e mi pare che oggi, viste le incredibili esternazioni del PDL a riguardo delle faccende giudiziarie del suo leader, molti di più  incomincino a pensarlo anche ai vertici del PD. Su questo so comunque di esprimere un parere di minoranza e per questo ho usato, concludendo il mio articolo, l’immagine del “re nudo” che solo qualcuno vede. Ho riletto il mio articolo con attenzione per capire che cosa in quell’immagine avesse offeso Sandro Bertagna, e come avesse dedotto che essa fosse un invito a seppellire il PD e onestamente non l’ho capito. Io non intendevo evocare la caduta del PD, ma evocare semmai la lucidità critica di chi, non condividendo le politiche di questo governo, e soprattutto non condividendo la strana alleanza da cui è nato, voglia provare a restituire alla sinistra e al PD un progetto alternativo alle strane alleanze che da Monti in poi si sono create.
Concludendo, io sono senz’altro “avverso”, per usare un termine di Bertagna, a questo governo, ma non sono affatto “avverso” al PD e mi dispiace davvero di aver dato questa impressione. Ma credo che si possa criticare il governo senza per questo voler affossare il più grande partito della Sinistra. Al contrario io credo che il PD trarrebbe maggior forza e concretezza dalla conclusione di questa esperienza governativa. Ma questa è soltanto la mia opinione.

Franco Bertini

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