venerdì 11 ottobre 2013

CONTINUIAMO A PARLARNE ….Water Front e Porto
di Rinaldo Rapallini



Water Front

Riprendo le considerazioni conclusive di Giorgio Pagano nell’articolo postato sul Blog il 2 ottobre ’13 sulla questione Water Front.
Il “buon padre di famiglia” quando decide di costruirsi la propria casa parte da un progetto di un architetto, ottiene il gradimento dei futuri usuari - genitori, moglie e figli, - e sulla base delle proprie disponibilità inizia a costruire le fondamenta dell’edificio e cosi via fino alla conclusione dell’opera.
Giorgio Pagano, con molto buon senso, suggerisce un percorso partecipativo per i vari pezzi di cui è costituito l’intero progetto.
Un primo stralcio potrebbe essere quello definito dal Progetto Llavador (nella versione che ha vinto il concorso internazionale) scorporando la parte che si riferisce ai giardini pubblici compreso il sottopasso viario che va dalla Pineta alla Capitaneria di Porto (Zona A).
Il materiale che l’architetto Llavador ha utilizzato per la stesura di quella porzione potrebbe essere utilizzato come primo supporto per una richiesta, opportunamente integrata dai necessari dettagli, di finanziamento europeo per il periodo 2014-2020.
In conclusione utilizzo di capitale pubblico per una realizzazione che migliorerà certamente la qualità di vita di noi cittadini.
Questo primo passaggio, può rompere gli indugi sul Water Front, (si,no,ma, etc.) e sfilarlo dalla tagliola del cosiddetto “Project Financing” modalità di investimento pubblico privato che in Italia si è rivelato, nella maggior parte dei casi, “asimmetrico” nel senso di profittevole per il capitale privato e conseguenti debiti pubblici da scaricare per molti anni sui cittadini.
In altre parole lo “spacchettamento”  del progetto nella pratica realizzativa potrebbe essere anche un passepartout per sbloccare l’intero progetto.
A quel punto il Comune e gli Enti Pubblici preposti potrebbero avviare contatti con le Società Crocieristiche , le quali potrebbero avere un preciso interesse a costruire con investimenti propri – capitale privato - una Stazione Marittima (Zona C).
Una Stazione Marittima ben attrezzata e funzionante potrebbe invogliare gli operatori turistici  a fare del Porto di Spezia un punto di partenza/arrivo e motivarli a costruire l’Albergo (Zona D), con ovvia richiesta di concessione demaniale marittima pluriennale.
Se nei prossimi sei anni si raggiungesse l’obiettivo sopraindicato la nostra città avrebbe fatto un grande passo avanti.

Porto

Mi preme inoltre integrare quanto già scritto da Giorgio Pagano sulla questione concessione Contship.
La domanda di una concessione demaniale deve essere motivata su serie basi previsionali giustificative della richiesta anche perché, senza supporti di quel tipo, renderebbe quasi impossibile alla Autorità Portuale una eventuale azione di revoca. In altre parole lo Stato deve sapere quale uso del proprio terreno farà il richiedente la concessione e come si inquadra tale attività nel panorama nazionale.
A titolo di esempio scolastico: il terminalista dichiara quale uso intende fare della infrastruttura, ad esempio ipotizzando l’occupazione delle banchine per un 70% su base annua per i prossimi 50 anni comprensivi ovviamente del trend di crescita atteso; in caso di inadempienza da parte del concessionario la AP può revocare anche parzialmente le aree sottoutilizzate ed affidarle ad altri anche per periodi limitati.
Nella Relazione si dice soltanto che il numero di navi più grandi è destinato a crescere: non pare un motivo sufficiente per sostenere una richiesta di 60 anni!!
La apparente totale mancanza di paletti rende quasi impossibile a futuri Presidenti dell’AP fare qualsiasi tipo di pressione sul terminalista in questione.
A titolo informativo ricordo che Eurokai programma i flussi dei propri traffici a livello Europeo e in cascata Contship Italia, azionista di maggioranza di LSCT, decide anno per anno come fare lavorare le sue partecipate: un po’ meno a Gioia Tauro, un po’ più a La Spezia, un po’ meno a Livorno, un po’ più a Ravenna, ecc.
Per quale motivo allora non viene fatta alcuna richiesta di qualche forma di  garanzia da parte della casa madre nei confronti della partecipata ?  se LSCT va, per qualsiasi motivo, in sofferenza chi ne fa le spese, oltre ai diretti interessati?.
Da queste considerazioni scaturisce il sospetto che l’interesse del terminalista sia più che altro concentrato su un aumento della attuale capacità di stoccaggio (vedi pagina 12 della relazione della AP), anche in contrasto con quanto prevede il PRP(aumento in verticale), attività quest’ultima meno soggetta a brusche variazioni nell’andamento dei trasporti marittimi a livello internazionale .
Quanto detto per la A.P. vale anche per i futuri Sindaci che saranno condizionati dall’assetto che ne verrà fuori e perciò dovrebbero richiedere opportune clausole di salvaguardia per le città interessate.
Tralascio la questione dell’entità del canone concessorio perché altri hanno già approfondito in modo molto puntuale e preciso la materia.

Riflessioni Politiche:
-          E’ diffusa la percezione che la AP sfugga al confronto con la città – vedi lo scarso peso che ha avuto fino ad ora il Tavolo Permanente Pubblico (TPP) – anzi tutta la relazione è impostata con suggerimenti verso procedure lontane dalla partecipazione del cittadino (conferenza Stato- Regione e Privato!).
-          Visto che questo luogo istituzionale (TPP) è stato negli anni quasi completamente ignorato , in data 6 settembre 2013 i consiglieri Delfino, Cattani e Montefiori del PD hanno fatto  in proposito una interpellanza puntuale ed articolata, che risponde al sentimento di una larga fetta di iscritti ed elettori del Partito Democratico, con la precisa ed inequivocabile richiesta all’Amministrazione Comunale di riappropriarsi della responsabilità di guida e coordinamento cosi come gli compete e come era stata delegata a fare dal Presidente della Regione Liguria.
-          La partecipazione dei cittadini è un cardine fondamentale della azione quotidiana del PD ed immagino anche dei suoi rappresentanti eletti nelle diverse istituzioni: perché si continuano a preferire altre vie, anche legittime, ma che fanno sentire alle comunità interessate tali processi come imposizioni esterne?
-          L’esempio pratico e lampante di queste settimane è lo scambio di battute sui giornali a  proposito del dove ricollocare le barche da diporto presenti oggi nella Marina del Canaletto, il processo di partecipazione non può risolversi con un qualche dichiarazione od articolo sui giornali o a siti internet vari.

Cari amici e compagni del Blog Geppetto mi piacerebbe avere le vostre riflessioni sulle questioni trattate .
Da parte mia intendo girarle, anche con vostre eventuali integrazioni, a coloro che saranno candidati, di qui a qualche giorno, alla Segreteria Provinciale del Partito Democratico.
Ciò affinché il rinnovo degli organi a livello locale si sostanzi di uno scambio di idee e di intenti su questioni cruciali per il futuro della nostra città e non sia soltanto l’occasione per schieramenti più o meno pregiudiziali a favore di questo o quel candidato. 

                                                            Rinaldo Rapallini

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