Water Front
Riprendo le considerazioni conclusive di Giorgio Pagano
nell’articolo postato sul Blog il 2 ottobre ’13 sulla questione Water Front.
Il “buon padre di famiglia” quando decide di costruirsi la
propria casa parte da un progetto di un architetto, ottiene il gradimento dei
futuri usuari - genitori, moglie e figli, - e sulla base delle proprie
disponibilità inizia a costruire le fondamenta dell’edificio e cosi via fino
alla conclusione dell’opera.
Giorgio Pagano, con molto buon senso, suggerisce un percorso
partecipativo per i vari pezzi di cui è costituito l’intero progetto.
Un primo stralcio potrebbe essere quello definito dal
Progetto Llavador (nella versione che ha vinto il concorso internazionale) scorporando
la parte che si riferisce ai giardini pubblici compreso il sottopasso viario
che va dalla Pineta alla Capitaneria di Porto (Zona A).
Il materiale che l’architetto Llavador ha utilizzato per la
stesura di quella porzione potrebbe essere utilizzato come primo supporto per
una richiesta, opportunamente integrata dai necessari dettagli, di
finanziamento europeo per il periodo 2014-2020.
In conclusione utilizzo di capitale pubblico per una
realizzazione che migliorerà certamente la qualità di vita di noi cittadini.
Questo primo passaggio, può rompere gli indugi sul Water
Front, (si,no,ma, etc.) e sfilarlo dalla tagliola del cosiddetto “Project
Financing” modalità di investimento pubblico privato che in Italia si è rivelato,
nella maggior parte dei casi, “asimmetrico” nel senso di profittevole per il
capitale privato e conseguenti debiti pubblici da scaricare per molti anni sui
cittadini.
In altre parole lo “spacchettamento” del progetto nella pratica realizzativa potrebbe
essere anche un passepartout per sbloccare l’intero progetto.
A quel punto il Comune e gli Enti Pubblici preposti
potrebbero avviare contatti con le Società Crocieristiche , le quali potrebbero
avere un preciso interesse a costruire con investimenti propri – capitale
privato - una Stazione Marittima (Zona C).
Una Stazione Marittima ben attrezzata e funzionante potrebbe
invogliare gli operatori turistici a
fare del Porto di Spezia un punto di partenza/arrivo e motivarli a costruire l’Albergo
(Zona D), con ovvia richiesta di concessione demaniale marittima pluriennale.
Se nei prossimi sei
anni si raggiungesse l’obiettivo sopraindicato la nostra città avrebbe
fatto un grande passo avanti.
Porto
Mi preme inoltre integrare quanto già scritto da Giorgio
Pagano sulla questione concessione Contship.
La domanda di una concessione demaniale deve essere
motivata su serie basi previsionali giustificative della richiesta anche perché,
senza supporti di quel tipo, renderebbe quasi impossibile alla Autorità
Portuale una eventuale azione di revoca. In altre parole lo Stato deve sapere
quale uso del proprio terreno farà il richiedente la concessione e come si
inquadra tale attività nel panorama nazionale.
A titolo di esempio scolastico: il terminalista dichiara
quale uso intende fare della infrastruttura, ad esempio ipotizzando
l’occupazione delle banchine per un 70% su base annua per i prossimi 50 anni
comprensivi ovviamente del trend di crescita atteso; in caso di inadempienza da
parte del concessionario la AP può revocare anche parzialmente le aree sottoutilizzate
ed affidarle ad altri anche per periodi limitati.
Nella Relazione si dice soltanto che il numero di navi più
grandi è destinato a crescere: non pare un motivo sufficiente per sostenere una
richiesta di 60 anni!!
La apparente totale mancanza di paletti rende quasi
impossibile a futuri Presidenti dell’AP fare qualsiasi tipo di pressione sul
terminalista in questione.
A titolo informativo ricordo che Eurokai programma i flussi
dei propri traffici a livello Europeo e in cascata Contship Italia, azionista
di maggioranza di LSCT, decide anno per anno come fare lavorare le sue
partecipate: un po’ meno a Gioia Tauro, un po’ più a La Spezia, un po’ meno a
Livorno, un po’ più a Ravenna, ecc.
Per quale motivo allora non viene fatta alcuna richiesta di
qualche forma di garanzia da parte della
casa madre nei confronti della partecipata ? se LSCT va, per qualsiasi motivo, in
sofferenza chi ne fa le spese, oltre ai diretti interessati?.
Da queste considerazioni scaturisce il sospetto che l’interesse
del terminalista sia più che altro concentrato su un aumento della attuale
capacità di stoccaggio (vedi pagina 12 della relazione della AP), anche in
contrasto con quanto prevede il PRP(aumento in verticale), attività
quest’ultima meno soggetta a brusche variazioni nell’andamento dei trasporti
marittimi a livello internazionale .
Quanto detto per la A.P. vale anche per i futuri Sindaci che
saranno condizionati dall’assetto che ne verrà fuori e perciò dovrebbero richiedere
opportune clausole di salvaguardia per le città interessate.
Tralascio la questione dell’entità del canone concessorio
perché altri hanno già approfondito in modo molto puntuale e preciso la
materia.
Riflessioni Politiche:
-
E’ diffusa la percezione che la AP sfugga al confronto con la
città – vedi lo scarso peso che ha avuto fino ad ora il Tavolo Permanente Pubblico
(TPP) – anzi tutta la relazione è impostata con suggerimenti verso procedure
lontane dalla partecipazione del cittadino (conferenza Stato- Regione e
Privato!).
-
Visto che questo luogo istituzionale (TPP) è stato
negli anni quasi completamente ignorato , in data 6 settembre 2013 i
consiglieri Delfino, Cattani e Montefiori del PD hanno fatto in proposito una interpellanza puntuale ed
articolata, che risponde al sentimento di una larga fetta di iscritti ed
elettori del Partito Democratico, con la precisa ed inequivocabile richiesta all’Amministrazione
Comunale di riappropriarsi della responsabilità di guida e coordinamento cosi come
gli compete e come era stata delegata a fare dal Presidente della Regione
Liguria.
-
La partecipazione dei cittadini è un cardine
fondamentale della azione quotidiana del PD ed immagino anche dei suoi
rappresentanti eletti nelle diverse istituzioni: perché si continuano a preferire
altre vie, anche legittime, ma che fanno sentire alle comunità interessate tali
processi come imposizioni esterne?
-
L’esempio pratico e lampante di queste settimane è lo
scambio di battute sui giornali a
proposito del dove ricollocare le barche da diporto presenti oggi nella
Marina del Canaletto, il processo di partecipazione non può risolversi con un
qualche dichiarazione od articolo sui giornali o a siti internet vari.
Cari amici e compagni del Blog Geppetto mi piacerebbe avere
le vostre riflessioni sulle questioni trattate .
Da parte mia intendo girarle, anche con vostre eventuali
integrazioni, a coloro che saranno candidati, di qui a qualche giorno, alla
Segreteria Provinciale del Partito Democratico.
Ciò affinché il rinnovo degli organi a livello locale si
sostanzi di uno scambio di idee e di intenti su questioni cruciali per il
futuro della nostra città e non sia soltanto l’occasione per schieramenti più o
meno pregiudiziali a favore di questo o quel candidato.
Rinaldo
Rapallini
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