Il noleggio di Ponte Vecchio alla
Ferrari di Montezemolo per una cena elegante segna l’apice della
strumentalizzazione del patrimonio storico e artistico e della privatizzazione
dello spazio pubblico di Firenze.
E’ un atto simbolico: del fatto che, negli ultimi trent’anni dominati dall’ideologia del mercantilismo liberista, il valore civile dei monumenti delle nostre città storiche viene sempre più spesso negato in nome di una visione che le trasforma in luna park da mettere a reddito. In questo caso a beneficio di uno degli uomini più potenti, come in un nuovo feudalesimo.
Ma Matteo Renzi, si dirà, è un innovatore. No, non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Renzi stesso ce lo spiega quando ci dice che il suo modello è Tony Blair: cioè il leader che fece incontrare la componente labour con la tendenza del mercantilismo liberista che aveva portato al poterela Thatcher e Reagan. Se
stiamo alle analisi dei Nobel Stiglitz e Krugman sulla straordinaria crescita
delle diseguaglianze, non si può dire che quell’incontro sia stato
entusiasmante. Non lo è stato anche perché quelle formidabili distorsioni nella
distribuzione delle risorse hanno generato l’attuale crisi. Il noleggio di
Ponte Vecchio svela il progetto politico e sociale del Sindaco di Firenze: un
progetto che, in totale coerenza con il blairismo subalterno al mercantilismo
liberista, favorisce la manifestazione delle diseguaglianze e sottopone tutto
alla ferrea legge del mercato, anche il patrimonio storico e artistico della nazione.
Eppure per un numero sempre maggiore di politici del Pd Renzi deve diventare il
leader della Sinistra italiana. Perché con lui si vince, spiegano. Viene in
mente l’avvertimento dell’ex Presidente della Commissione europea Jacques
Delors: “E’ meglio perdere un’elezione che perdere l’anima e il senso della
propria direzione; un’elezione si può rivincere dopo cinque anni, che vuole che
sia? Ma se si perde la bussola o si perde l’anima, per ritrovarle ci vorranno
generazioni”.
E’ un atto simbolico: del fatto che, negli ultimi trent’anni dominati dall’ideologia del mercantilismo liberista, il valore civile dei monumenti delle nostre città storiche viene sempre più spesso negato in nome di una visione che le trasforma in luna park da mettere a reddito. In questo caso a beneficio di uno degli uomini più potenti, come in un nuovo feudalesimo.
Ma Matteo Renzi, si dirà, è un innovatore. No, non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Renzi stesso ce lo spiega quando ci dice che il suo modello è Tony Blair: cioè il leader che fece incontrare la componente labour con la tendenza del mercantilismo liberista che aveva portato al potere
Giorgio Pagano
Renzi è un vincente, dicono. O, almeno, si presenta come tale. E in effetti la sua bella dose di successo l'ha avuta. E' giovane (rispetto alla media dei politici italiani) e ha una discreta carriera alle spalle. E, parrebbe, anche davanti. Ma... c'è un ma. Ho amici di sinistra, a Firenze. E a loro Renzi non piace. Viceversa, piace molto a persone di destra.
RispondiEliminaPersonalmente, lo guardo e lo trovo più vecchio di certi vecchi, ma in questa pseudo-sinistra così allo sbando forse Renzi può farcela. Poi chi si sente *davvero* di sinistra magari voterà altrove.
Perdonatemi, mi sono dimenticata di firmare. Sono Claudia Bertanza.
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